Dottor House - The Monza Hospital

Un piccolo post per raccontarvi quello che mi è successo questa settimana in reparto.

Lunedì 16 aprile: il sottoscritto è il guardiano del pomeriggio, verso le 15 arriva un ragazzino affetto da una patologia metabolica, per la quale è seguito all'ospedale di Lecco. E' quasi in coma. Io di quel tipo di patologie non ne capisco molto, se ne occupano le dottoresse che ne sanno di più. Curiamo il paziente per due ore per cercare di stabilizzarlo, ma alla fine lo trasferiamo in rianimazione "per le cure e gli accertamenti del caso". Finisco le altre cose del reparto, e torno a casa alle 20.30.

Martedì 17 aprile: nella notte tra lunedì e martedì vengono ricoveati un bambino indiano di 9 anni e un ragazzo di 15 anni. Il primo era giunto in pronto soccorso per una crisi convulsiva, il secondo per difficoltà ad aprire la bocca, chiudere l'occhio sinistro, calo del visus, alterata sensibilità agli stimoli tattili sul volto. Martedì mattina eseguiamo una risonanza magnetica ad entrambi e i risultati sono: il bimbo indiano è affetto da neurocisticercosi (a livello cerebrale ha una cisti con un verme dentro -è la tenia (o verme solitario), lo stesso parassita che si può trovare nell'intestino-, comincia la terapia medica ma si chiama il neurochirurgo per la possibile operazione di rimozione della cisti e del verme);

il ragazzo di 15 anni è affetto da sclerosi multipla (patologia che mangia la sostanza bianca del cervello -ha una prognosi variabile, ma potete immagina quanto pesa fare una diagnosi del genere ad un ragazzo di quell'età-).

Lo stesso pomeriggio un bambino di quattro anni che è stato ricoverato due giorni prima per esordio di leucemia, risulta positivo all'HIV (avete capito bene!). Ma il giorno sfigato non è venerdì 17??? Eseguiamo ovviamente le controanalisi, i risultati arrivano il giorno successivo e...sono negative! Meno male, una buona notizia.

Mercoledì 18 aprile: un bimbo di 45 giorni ricoverato per enterite ha valori di potassio nel sangue così alti da rischiare l'arresto cardiaco e non si capisce perchè. Viene monitorato ad ogni ora e verso sera i valori rientrano nella norma.

Giovedì 19 aprile: il sottoscritto è di guardia. La prima bambina che vedo (età 3 anni e mezzo) in pronto soccorso (ore 14.30) arriva per febbre (la mamma riferisce che non è la solita febbre). La bambina non è brillantissima, ma dopotutto ha la febbre e un po' di mal di pancia. In casa c'è il fratellino con l'enterite (starà sviluppando l'enterite anche lei). Eseguiamo gli esami: negativi. Facciamo una lastra: negativa. Ma la bimba comincia a non piacermi. Soprattutto sono i suoi occhi che non mi convincono. Le mettiamo una flebo per darle un po' di liquidi e chiamiamo l'ospedale di Carate per farla ricoverare (a Monza non ci sono posti letto). La bambina invece di migliorare, comincia a peggiorare (ore 15.00): non risponde più alle domande, si assopisce, comincia a diventare rigida. La pressione arteriosa crolla, è tachicardica e comincia e diventare cianotica alle mani, ai piedi e alle labbra. Chiamiamo i rianimatori perchè la bambina sta andando in shock settico (meningite?? sepsi??). La stabilizziamo e la trasferiamo in rianimazione. Fa la rachicentesi (che risulta negativa), mentre la ricerca dei germi nel sangue riscontra la presenza del meningococco (bruttissimo germe che causa meningite e sepsi). Rivedo la bambina la sera e la mattina dopo, ed è stabile senza però evidenti segni di miglioramento: ha eseguito un elettroencefalogramma che mostra segni di sofferenza cerebrale. Speriamo che ne esca bene. Ovviamente io e tutti quelli che le sono stati vicini, stiamo facendo la profilassi contro questo germe.

NB: se la mamma non avesse portato la bambina in ospedale, sarebbe morta in casa (quello che mi ha colpito è stata la frase della mamma "non era la solita febbre"); se avessimo trasferito subito la bambina a Carate, sarebbe probabilmente morta durante il trasporto.

Continuo a pensarci e continuano a venirmi i brividi.

Quel giorno esco dall'ospedale alle 23 (in realtà il mio turno finiva alle 21).

Venerdì 20 aprile: giornata abbastanza tranquilla, scendo spesso in rianimazione per vedere la bambina che rimane stabile. Alle 17, sfinito dalla giornata ma soprattuto dalla settimana, me ne torno a casa. Entro nella mia stanza e mi addormento.

Per fortuna questo week-end non si lavora. Domani però probabilmente vado a trovare la piccola.

In realtà, questa è una (quasi) normale settimana in reparto!!

Spini